Vinted – ridare vita al proprio armadio

Non conosci quest’app? Ti invito io con questo link e inizi subito a guadagnare vendendo tutte quelle cose che non metti più!

Quando ho scaricato l’app di Vinted, pensavo di dedicarle solo cinque minuti e poi disinstallarla… facciamo dieci… un’ora… una settimana… ok: Houston, abbiamo un problema!

Cos’è Vinted

Vinted è un’app di compravendita fra privati, dove ciascun utente può mettere in vendita nel proprio “armadio” ciò che ha in casa al prezzo che preferisce e/o acquistare da un altro utente uno o più prodotti del suo “armadio”.

Fine.

Tipo Ebay, tipo Vestiaire, tipo altre mille app che fanno la stessa cosa in modo simile ma diverso.

Vendere è davvero facile: carichi i tuoi prodotti al prezzo che vuoi; quando qualcuno acquista invii l’oggetto al compratore che, ricevuto il suo articolo, segnalerà se tutto è andato a buon fine sbloccando anche il pagamento per il venditore.

Anche acquistare è fin troppo semplice: scegli quel che ti piace, paghi (costo dell’oggetto+spese di spedizione+spese di “protezione acquisti Vinted”), selezioni un punto di ritiro UPS (non so se esiste una modalità differente, fin ora ho trovato solo questa), aspetti l’arrivo del tuo acquisto e segnali se tutto è andato bene.

Nell’app ci sono varie funzionalità, alcune consentono di mettere in evidenza il proprio armadio o un oggetto al suo interno (boost a pagamento) per migliorare le probabilità di vendita. Si possono poi aggiungere i preferiti, avere sconti se si acquistano più cose dalla stessa persona (e ridurre il costo di spedizione), filtrare e salvare una ricerca, chattare o fare delle proposte d’acquisto con un prezzo diverso da quello visibile a tutti.

Cosa trovi in Vinted, ovvero de “I sentimenti dell’oggetto”

Il target principale per cui nasce l’app è costituito dal vestiario (compresi scarpe, borse e bijoux; ma si trova anche molto di più) che staziona inutilizzato nei guardaroba di tutti noi, infatti il proprio “spazio espositivo” si chiama appunto “armadio”.

E’ esperienza abbastanza comune ritrovarsi nell’armadio qualcosa col cartellino ancora attaccato o usato appena una volta o due; oppure un regalo sgradito, che non abbiamo potuto cambiare o riciclare. O ancora  quella borsa o quel gioiello dono di un ex, divenuti ormai insopportabili alla vista.

“…e adesso che me ne faccio?!”

Quegli oggetti inutilizzati rappresentano spazio, soldi, sentimenti e tempo sprecati, diventano fastidiosi e ce ne vorremmo disfare: una cosa che, nonostante tutto, puntualmente non facciamo.

Da qualche anno, poi, è arrivata anche Marie Kondo a farci sentire in colpa con il suo “magico potere del riordino” (ovvero: butta via tutto per migliorare la tua vita), che quasi attribuisce al superfluo delle nostre case i fallimenti delle nostre vite. Chissà se ha ragione… ma non si può cestinare tutto così!

 Con Vinted, ciò che possediamo può essere rivenduto a qualcuno che quell’oggetto inutilizzato o detestato, invece, lo desidera ed è pronto a dargli una nuova vita.

Consigli: darsi delle regole

Come venditrice non mi sono ancora cimentata perché onestamente cerco di comprare solo ciò che mi piace davvero e di usarlo a fondo, quindi non ho molto “superfluo” nel mio armadio o non è in tali buone condizioni da poter essere rivenduto.

Come acquirente, invece, ho sperimentato parecchio e poi ho dovuto darmi un freno.

I miei recenti acquisti: ad alcune di queste cose ho tolto io cartellino e veline di protezione. Alcune venditrici mi hanno inviato un simpatico biglietto di ringraziamento o addirittura un regalino. Si evincono i problemi dell’autrice con il marchio Tosca Blu (adorooo) e nell’acquisto di borse, pochette o clutch (voglia di uscire ne abbiamo?).
Considerando la facilità con cui ci si può far prendere la mano, il mio consiglio è quello di darsi delle regole o si rischia di spendere un patrimonio in cose carine ma inutili e svuotare l’armadio altrui per riempire stupidamente il proprio.

Ad esempio, io ho deciso di non andare mai sopra una certa cifra, che per me rappresenta il rischio massimo da correre nell’acquisto online, ovvero in qualcosa che non puoi provare, vedere e toccare e soprattutto non si può restituire. Infatti, essendo una compravendita fra privati, il reso per lo più non è previsto, ed è quindi una possibilità da non tenere in considerazione.

Risparmio, riuso & riciclo

Vinted mi ha catturata e se si sa cercare si possono trovare davvero degli ottimi affari. Personalmente, credo sia molto allettante poter comprare, ad esempio, una borsa super firmata, nuova o quasi, a metà o un quarto del prezzo originario.

In questo modo l’acquirente riesce a ottenere a poco un oggetto dal valore spesso molto più alto; il venditore si libera di una cosa inutilizzata guadagnandoci anche solo un simbolico rimborso; ed infine anche l’oggetto può tornare ad avere un valore e un senso, ad essere amato da un nuovo proprietario e utilizzato per ciò per cui era nato.

Io trovo tutto questo molto accattivante, moderno e al passo coi tempi che promuovono il green, il riciclo, il riuso. Anche se è solo una minuscola riduzione del sempiterno consumismo, del dispendio di denaro e dell’inquinamento ambientale, facendo dei compromessi si può forse contribuire a un mondo migliore senza rinunciare al piacere di avere cose “nuove” nel senso lato del termine: dall’apertura all’utilizzo di oggetti di seconda mano ancora validi scaturisce la valorizzazione come risorsa di quell’usato che con troppa facilità negli ultimi 50 anni è stato etichettato come “spazzatura” e scaricato come un grosso peso sulle lontane “generazioni future”. Ebbene eccoci qua: siamo noi le generazioni future! proprio noi abitanti del nuovo Millennio, e abbiamo ereditato un gigantesco problema: i rifiuti del secolo scorso.

Il riciclo oggi non basta: il futuro è il riuso.

(da qui in poi non si parla più di Vinted: puoi smettere di leggere)

Naufragio di inutili pensieri: il bisogno, il superfluo e il valore delle cose

Esplorare Vinted mi ha fatto pensare a quanto siano pieni i nostri armadi (o le nostre case) e, spesso, vuote le nostre vite. Colpisce la quantità di cose, i milioni e milioni di oggetti, che saturano quest’app e che evidentemente riempiono i nostri guardaroba.

Il loro valore, che nelle belle vetrine illuminate di un negozio o sulle pagine patinate delle riviste o negli spot sensuali dei media ci sembra proporzionato e corretto, “giusto”, ancorché caro, in un attimo si dissolve per annullarsi o precipitare quando già li abbiamo posseduti (o ne siamo stati posseduti?), o quando ad essi associamo sentimenti negativi (gli acquisti migliori che ho fatto sono proprio regali di ex fidanzati di cui la venditrice non vedeva l’ora di disfarsi per due soldi).

Abbiamo tutti tanto, troppo: troppe cose inutili e che non ci rendono felici se non in quel fugace ed effimero istante in cui le riceviamo o le acquistiamo.

Ci riempiamo di oggetti per colmare bisogni falsi, artificiali, ma più rumorosi dei bisogni veri e profondi, i quali restano insoddisfatti e schiacciati dall’opulenza del superfluo togliendoci il fiato senza rendercene conto.

Anneghiamo, annaspando fra gli oggetti, quando ciò che vorremmo è più semplice e basico di quanto si possa pensare, e per quel che mi riguarda di solito si riduce a solo due parole: affetto e tempo.

E tu, hai già usato Vinted?

Puoi scaricare l’app da questo link: https://www.vinted.fr/invite/piumadoro.it

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